#dietrolanotizia: eseguiti i primi trapianti da donatori positivi al Covid-19
E’ stato eseguito nelle scorse settimane presso l’IRCCS Ismett di Palermo uno dei primi trapianti su una paziente già affetta da Covid-19 che ha ricevuto un fegato prelevato da un donatore a sua volta positivo al coronavirus. L’intervento ha visto la collaborazione attiva di tante aziende del Sistema sanitario siciliano, a partire dal Centro regionale trapianti e dall’equipe dell’ospedale San Marco di Catania, dove è stato eseguito il prelievo dell’organo.
Il Centro Nazionale Trapianti ha stilato infatti un protocollo che consente di effettuare trapianti di organi salva vita provenienti da donatori deceduti per altre cause ma risultati positivi al Covid 19 su pazienti selezionati Sars-CoV-2 positivi o con pregressa infezione Covid-19 poi superata. Secondo le linee guida del CNT, i riceventi devono essere in gravi condizioni cliniche, tali da rendere assai probabile, in mancanza di un trapianto, la morte o l’ulteriore aggravamento delle loro condizioni. In questi casi viene considerato clinicamente ed eticamente accettabile il trapianto pur di fronte al rischio di trasmettere al ricevente una forma morbosa derivata dal donatore.
L’evento ha una notevole importanza dal punto di vista scientifico, abbiamo chiesto al nostro coordinatore scientifico dott. Sergio Vesconi di aiutarci a comprendere meglio quali prospettive si aprono a fronte di questa decisione.
La pandemia da SARS-COV 2 ha pesantemente segnato l’attività di donazione e trapianto di organi, con diminuzioni a livello mondiale superiori al 50%.
Uno dei motivi è legato anche alla riluttanza ad accettare come donatori i pazienti COVID+ pur se deceduti per altre ragioni, per il timore di trasmettere l’infezione ai riceventi, già in condizioni cliniche non ottimali e destinati a terapie immunosoppressive.
Fin dall’inizio della pandemia il sistema trapianti, a livello internazionale, sì è dovuto confrontare con questo tema, in particolare su quali precauzioni adottare di fronte a potenziali donatori Covid positivi.
Inizialmente è stata adottata una linea di estrema prudenza, con l’indicazione a considerare i potenziali donatori candidabili alla donazione solo dopo un intervallo di 28 giorni tra guarigione dalla malattia e donazione stessa.
Successivamente il progressivo aggiornamento delle conoscenze e l’evoluzione della malattia hanno portato a rivedere questi criteri e le recenti direttive emesse dal CNT e ISS nelle loro note precisano che:
gli organi di donatori positivi a SARS‐CoV‐2 o che abbiano un’anamnesi positiva per COVID-19 senza che siano trascorse 4 settimane dalla guarigione virologica possono essere offerti per il trapianto di pazienti Sars-CoV-2 positivi che abbiano a causa dell’infezione e/o di tossicità farmacologica a questa correlata, sviluppato insufficienza acuta d’organo tale da rientrare in una condizione di urgenza clinica (es. epatite fulminante).
Pertanto i donatori positivi a SARS‐CoV‐2 non saranno da considerare non idonei a priori alla donazione di organi.
Per quanto riguarda i riceventi “i pazienti che rispondano alle particolari caratteristiche sopra descritte, potranno essere avviati a procedura trapiantologica, previo contatto con il CNT e second opinion infettivologica e sottoscrizione di specifico consenso informato, con organi provenienti da donatori deceduti SARS‐CoV‐2 positivi, oltre che da donatori deceduti Sars-CoV-2 negativi.”
Gli organi da donatore deceduto SARS‐CoV‐2 positivo, possono essere offerti, sentito il parere della second opinion infettivologica, a:
– pazienti in lista per trapianto di cuore o di fegato, SARS-CoV-2 positivi, o con anamnesi positiva per pregressa COVID-19, in gravi condizioni cliniche; –
– pazienti in lista per trapianto di rene, con anamnesi positiva per pregressa COVID-19, nell’ambito di uno studio sperimentale nazionale.
I pazienti che rispondano alle particolari caratteristiche sopra descritte, potranno essere avviati a procedura trapiantologica, caso per caso, previo contatto con il CNT e second opinion infettivologica, e sottoscrizione di specifico consenso informato e monitoraggio post-trapianto. Si raccomanda inoltre di effettuare il dosaggio degli anticorpi neutralizzanti anti-Sars-Cov-2 nei riceventi, il cui risultato potrà anche essere disponibile a trapianto già effettuato.
Abbiamo riportato per esteso le indicazioni degli organi competenti per rendere conto della particolare complessità della situazione, con la necessità di valutare la continua evoluzione delle conoscenze e l’esigenza di non trascurare ogni possibilità di donazione, in un delicato bilanciamento di rischio-beneficio.
Questo dilemma è sempre presente in ambito trapiantologico e anche il progressivo adattamento delle soluzioni proposte testimonia della capacità della rete di garantire ai pazienti in lista l’opportunità del trapianto nelle condizioni di maggior sicurezza possibile.
Negli anni abbiamo assistito a una continua rimodulazione del concetto di “idoneità” del donatore, con un progressivo allargamento controllato dei criteri, proprio per venire incontro alle crescenti esigenze, grazie anche al costante monitoraggio dei trapianti e del loro esito.
Il trapianto effettuato a Palermo, come altri recentemente in diversi centri, rappresenta un ottimo esempio della capacità del sistema di affrontare le nuove sfide.
Ricordiamo infine anche un elemento che spesso si trascura, la grande fatica per tutti gli operatori convolti nelle procedure di prelievo prima e di trapianto dopo, costretti a lavorare in condizioni molto gravose a causa delle misure di sicurezza da adottare.
In questi giorni a Torino è stato effettuato un trapianto di fegato salvavivita da un donatore COVID 19+ in un ricevente ugualmente positivo, con buon esito.
L’evento oltre che dal punto di vista scientifico, ha un certo valore anche dal punto di vista della donazione: coloro che perdono i propri cari in questo momento devono confrontarsi con l’impossibilità anche solo di un saluto. “La donazione è un gesto di straordinario altruismo già in tempi normali, ma oggi ha un valore ancora più elevato”, ha commentato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.
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