I
I.B.M.D.R
I.B.M.D.R è l’acronimo che significa Italian Bone Marrow Donor Registry – Registro nazionale Italiano Donatori di Midollo Osseo.
L’IBMDR fu istituto – nel 1989 – dall’E.O. Ospedali Galliera di Genova. L’attività, inizialmente fu garantita da supporti economici privati, elargiti in particolare dalla Fondazione per IBMDR, composta dall’Associazione Donatori di Midollo Osseo, dalla Nazionale Italiana Cantanti e dall’Ente Ospedaliero Ospedali Galliera.
Riconosciuto come registro nazionale Italiano nel 2001 e quindi come “sportello unico” per la ricerca di cellule staminali ematopoietiche (CSE) da non familiare per finalità di trapianto, oggi ha la finalità di:
–procurare ai pazienti in attesa di trapianto allogenico di CSE che non trovano un donatore idoneo e compatibile all’interno della famiglia o un potenziale donatore adulto sano, volontario, non consanguineo, o una unità di sangue cordonale donata a scopo solidaristico con caratteristiche immunogenetiche (HLA) tali da consentire il trapianto con elevate probabilità di successo.
–coordinare le attività dei Registri istituiti a livello regionale (RR) e corrisponde agli analoghi organismi istituiti in altri Paesi. Tra questi, l’I.B.M.T.R costituito nel 1972 presso il Medical College of Wisconsin, dopo soli quattro anni dal primo trapianto di cellule ematopoietiche. Da subito infatti venne compresa l’importanza della cooperazione finalizzata a una maggiore comprensione dei dati generati nei singoli centri.
Possono iscriversi al registro tutte le persone in buona salute con questi requisiti:
– essere maggiorenne e di età inferiore ai 36 anni;
– pesare più di 50 kg.;
– essere rispondente ai requisiti di idoneità ed eleggibilità alla donazione previsti dalla normativa italiana;
– essere intenzionato a donare per qualsiasi paziente, nazionale o internazionale.
L’istituzione di un registro nasce dalla constatazione che il 70% dei malati affetti da emopatie letali non possono giovarsi di una terapia così efficace: solo in Italia, ogni anno, circa 1600 pazienti eleggibili al trapianto non dispongono di un donatore idoneo all’interno della fratria. Ciò ha spinto la comunità degli ematologi a cercare il donatore al di fuori dell’ambito familiare.
I risultati soddisfacenti ottenuti ricorrendo a donatori non familiari hanno portato, nonostante la difficoltà nel reperire soggetti con caratteristiche genetiche simili, al fiorire in tutto il mondo di Registri Nazionali di potenziali donatori di midollo osseo.
Tali organizzazioni costituiscono delle vere e proprie banche dati che, collegate tra di loro in una rete internazionale, rendono accessibile ad un singolo paziente un pool di donatori estremamente ampio. La strategia è necessaria per aumentare la probabilità di reperire un donatore compatibile che, stante l’elevato numero di combinazioni possibili (polimorfismo) del sistema HLA, oscilla, in rapporto alla frequenza delle caratteristiche (fenotipo) considerate, da 1 su 1.000 a 1 su 100.000.
Sul sito IMBDR è possibile consultare una sezione relativa ai dati dell’attività.
IMMUNOSOPPRESSIONE
Con il termine immunosoppressione si indica la soppressione della reazione immune; si effettua generalmente tramite terapie farmacologiche, per ridurre il più possibile la risposta immunologica e quindi prevenire i rigetti di un trapianto d’organo, di tessuto, di una cellula o per curare malattie autoimmuni. Per ridurre le probabilità di rigetto, e per renderlo meno grave, i riceventi vengono trattati con farmaci che sopprimono in parte la loro capacità di riconoscere ed aggredire ciò che di estraneo penetra nel loro organismo; questi farmaci si chiamano immunosoppressori, sono indispensabili, ma hanno come effetto collaterale quello di ridurre anche la capacità dei trapiantati di difendersi dalle infezioni.
Lo sviluppo e l’introduzione nella pratica di farmaci immunosoppressori sempre meno tossici da un lato e più efficaci in maniera selettiva dall’altro (in particolare ricordiamo la ciclosporina) hanno modificato radicalmente la storia clinica e la prognosi del trapianto di organi solidi, riducendo drasticamente gli effetti collaterali e le complicanze legati a questo trattamento.
Anche nel campo dei trapianti si registrano numerosi filoni di ricerca clinica e sperimentale, finalizzati a sviluppare sempre più questo tipo di intervento e garantire risultati sempre migliori risultati in termini di sopravvivenza dei pazienti e qualità della vita.
Rigetto e tolleranza
In questo ambito si cercano soluzioni per affrontare il rigetto cronico degli organi trapiantati attraverso lo sviluppo di nuovi farmaci che inibiscano selettivamente la risposta immunitaria specifica responsabile della reazione di rigetto. Un’altra strada è quella intesa a modificare il sistema immunitario già prima del trapianto in modo tale che il nuovo organo non venga più considerato «estraneo», con un meccanismo detto di induzione della tolleranza.
Cellule staminali
Nel trapianto di organi solidi si stanno sviluppando protocolli finalizzati a sfruttare il potenziale immunosoppressivo e di immunomodulazione delle cellule staminali mesenchimali.
Il trattamento preventivo, prima del trapianto, con CSM del paziente stesso, opportunamente trattate, si dimostra in grado, in casi selezionati, di controllare in maniera significativa la risposta immunitaria alla base del rigetto e di conseguenza di ridurre sensibilmente l’impiego di farmaci immunosoppressori, con evidenti vantaggi sul piano clinico.
Ingegneria tissutale
Questo filone si occupa del possibile impiego delle cellule staminali finalizzato alla coltura in laboratorio di tessuti naturali. L’obiettivo sul lungo termine è la coltura di tessuti complessi fino agli organi. Il settore attualmente più progredito è la produzione di pelle artificiale.
Organi e tessuti artificiali
Si tratta di progettare e realizzare dispositivi medici che possono sostenere o sostituire le funzionalità degli organi. Molti di questi sistemi tecnici sono attualmente usati come misura sostitutiva provvisoria fino al trapianto dell’organo. Gli apparecchi di dialisi o i cuori artificiali sono degli esempi. I problemi principali sono costituiti dalle dimensioni, dalla impiantabilità, dalla durata delle fonti di alimentazione e dell’affidabilità.
Xenotrapianti
In questo ambito la ricerca studia la possibilità di trasferire organi, tessuti e cellule animali nell’essere umano per sostituire quelli malati. Questa pratica si scontra con grandi difficoltà mediche e dubbi di natura etica. Per accrescere le possibilità di successo degli xenotrapianti occorre che il genoma degli animali utilizzati, in particolare il maiale, venga sottoposto a specifiche modifiche, anche per evitare la trasmissione di forme morbose di natura virale.
Trapianti sperimentali
I trapianti di organi e di cellule staminali del sangue sono stati eseguiti sinora prevalentemente in pazienti affetti da malattie potenzialmente letali o fortemente invalidanti. Attualmente sono oggetto di ricerca anche la possibilità di i trapianti di complessi tessuti (p. es. gli arti o il viso) od organi (p. es. l’utero) per permettere il trattamento terapeutico di determinate forme di disabilità o della perdita delle funzionalità. In questi casi oltre alla complessità clinica, occorre bilanciare i benefici attesi rispetto alle possibili complicanze.
Il successo della medicina dei trapianti è strettamente legato anche ai numerosi sviluppi nel settore della chirurgia, della tecnica e della conservazione degli organi, con interventi mirati al continuo miglioramento delle procedure esistenti.
Gestione del donatore di organi
Il miglioramento della qualità dei trattamenti garantiti al potenziale donatore durante le varie fasi del processo di donazione consente di contenere il progressivo deterioramento della funzionalità degli organi e di rendere possibile il prelievo di un maggior numero di organi.
Conservazione degli organi: nel lasso di tempo che intercorre tra il prelievo dal donatore e il trapianto nel ricevente, l’organo deve venire conservato al meglio e trasportato con la massima cura. A tal scopo sono sviluppate apparecchiature sempre più sofisticate che permettono di collegare un organo a un sistema circolatorio artificiale, preservandone la funzionalità e allungando i tempi di conservazione.
Tecniche operatorie: vengono sviluppate nuove tecniche chirurgiche destinate a ridurre il più possibile le possibili complicazioni che possono sorgere a seguito di un intervento chirurgico. Questo punto è particolarmente rilevante nella donazione da vivente, poiché in questo caso l’intervento chirurgico viene eseguito su una persona sana, il donatore, ed è quindi necessario limitarne l’invasività.
INFORMAZIONE
In ogni ambito l’informazione ricopre un ruolo significativo rispetto alla presa di consapevolezza e, di conseguenza, influisce in maniera significativa sulle decisioni di ciascuno.
Non è un caso infatti, che in ambito trapiantologico la il “silenzio-assenso” introdotto nel nostro Paese dagli artt. 4 e 5 della Legge 91/99 non sia ancora applicato, in quanto, uno dei punti mancanti all’applicazione è relativo al fatto che non è stata ancora costituita un’anagrafe informatizzata dei cittadini assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale che permetta la notifica ad ogni cittadino, da parte di un Pubblico Ufficiale, di un modulo per la dichiarazione di volontà in cui si informa lo stesso che, in mancanza di una esplicita dichiarazione, si presume il consenso alla donazione.
Lo stretto legame tra l’informazione e la scelta di donare o meno gli organi è confermata dalla ricerca Se dico donare tu cosa pensi? recentemente condotta da Fondazione Trapianti in collaborazione con il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi Milano Bicocca.
Tra i più di 4.000 soggetti che hanno risposto al questionario, la quasi totalità di essi (99%) ha dichiarato di conoscere la possibilità di donare organi, tessuti e cellule, tuttavia, il 59% degli intervistati si considera poco informato dal punto di vista medico, una percentuale che cresce all’84% quando ci si riferisce alle informazioni burocratico-legali. Per gli intervistati gli approfondimenti e le informazioni sul tema dovrebbero essere forniti dal Servizio Sanitario (39,8%) e, genericamente, dallo Stato (26,3%). Inoltre, dall’indagine emerge che tra i meno informati la quota di coloro che non si è ancora espresso in materia di donazione e che risulta meno favorevole alla donazione è più alta. Pertanto, l’apprezzabile propensione alla donazione può trovare piena espressione solo se accompagnata da maggiori informazioni, sia dal punto di vista medico che da quello burocratico-legale, che si rivelano necessarie per una scelta davvero consapevole.
INNESTO
L’innesto è l’operazione chirurgica che consiste nel trasferimento di un organo o di un lembo di tessuto senza dover creare, a differenza di un trapianto, anastomosi vascolari.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!