Trapianto di cuore da donatore a cuore fermo controllato: prima volta in Italia, presso l’Azienda Ospedale Università Padova
di Delfina Pavesi
L’11 maggio, presso l’Azienda Ospedale Università di Padova, è stato eseguito il primo trapianto in Italia da donatore a cuore fermo controllato. L’intervento è stato condotto con successo dal professor Gino Gerosa, Direttore UOC Cardiochirurgia, e dalla sua équipe.
Un risultato da record per la stessa struttura che vanta un altro primato storico: era il 14 novembre del 1985 quando il professor Vincenzo Maria Gallucci eseguì il primo trapianto di cuore in Italia. L’organo era quello di Francesco Busnello, un diciottenne trevigiano appena deceduto per un incidente stradale. Il prelievo era stato eseguito all’ospedale di Treviso e ad attendere di rinascere, nel reparto di cardiochirurgia di Padova, c’era Ilario Lazzari, un falegname di Vigonovo, in provincia di Venezia, affetto da una grave forma di miocardiopatia dilatativa.
Ma torniamo ai giorni nostri. Il cuore, prelevato da donatore a cuore fermo controllato, è stato trapiantato ad un uomo di 45 anni, cardiopatico congenito, iscritto in lista per trapianto cardiaco dal 2020. L’uomo aveva subìto pregressi interventi cardiochirurgici in sternotomia (correzione radicale canale atrio-ventricolare parziale nel 1982, reintervento di plastica valvolare mitralica e tricuspidalica, chiusura del difetto interatriale, radioablazione nel 2018) e dal 2019 aveva sviluppato uno scompenso cardiaco avanzato. Il decorso operatorio è regolare e il cuore del paziente funziona bene.
“I trapianti di cuore da donatore a cuore fermo vengono effettuati da tempo in altri paesi, nei quali però i tempi di osservazione dell’assenza di battito cardiaco nei donatori sono compresi tra i 5 e i 10 minuti, mentre in Italia la legislazione vigente richiede un’osservazione di almeno 20 minuti: un criterio molto rigoroso, posto a tutela dei donatori stessi, posto il quale, fino ad oggi, non si pensava di poter raggiungere un simile risultato. Noi ci abbiamo creduto e, una volta ricevuta l’autorizzazione del Centro Nazionale Trapianti, ci siamo riusciti al primo tentativo. La donazione di cuore da donatore a cuore fermo potrebbe portare ad un incremento del 30% del numero di organi disponibili”, ha dichiarato il professor Gino Gerosa, portando una nuova importante speranza a tutti i pazienti in attesa di un cuore.
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