TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI NEI BAMBINI: IL MICROBIOTA PREDICE L’ESITO DEL TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI

Uno studio multicentrico condotto dall’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola di Bologna, in collaborazione con l’Università di Bologna, prova la correlazione tra l’esito di un trapianto di midollo e il benessere del microbiota intestinale. Lo studio è il più importante al mondo sul tema ed è stato pubblicato da Blood, la più prestigiosa rivista di ematologia internazionale. Risultati, questi, che aprono nuove e importanti frontiere, tra cui il trapianto di microbiota fecale, con un progetto imminente che sarà sempre condotto dall’IRCCS bolognese.

di Francesca Boldreghini

Esistono batteri “buoni” e possono essere grandi alleati dei pazienti pediatrici in cura per patologie ematologiche, che vengono sottoposti a un trapianto di cellule staminali emopoietiche. I bambini che, prima del trapianto, hanno un microbiota più sano, avrebbero oltre il 25% in più di probabilità di sopravvivenza nei successivi quattro anni, rispetto ai pazienti con un patrimonio eubiotico minore.

Lo rivela uno studio multicentrico collaborativo, pubblicato su Blood, condotto dalla Oncoematologia pediatrica dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, diretta dal dottor Arcangelo Prete, in collaborazione con il gruppo della Microbiomics Unit (DIMEC) dell’Università di Bologna.

Lo studio ha coinvolto 90 bambini che hanno subito un trapianto di cellule staminali ematopoietiche in quattro centri italiani e in un centro in Polonia, un numero da primato che lo elegge a progetto di ricerca con il più alto numero al mondo di pazienti pediatrici di cui è stata studiata la diversità del microbiota durante il trapianto. 

A circa quattro anni dal trapianto, è sopravvissuto l’88,9% dei bambini dotati di una maggiore diversità nel microbiota intestinale, a fronte del 62,7% di quelli con un microbiota meno ricco. 

I pazienti con una flora intestinale più sana e con maggiore abbondanza di batteri buoni avrebbero una minore probabilità di sviluppare le complicanze che incidono sull’esito del trapianto, dalle infezioni, alle reazioni alla tossicità dei farmaci utilizzati per la preparazione al trapianto, fino alla complicanza immunomediata della “malattia del trapianto contro l’ospite” (GvHD), come viene definita la reazione immunitaria in cui le cellule trapiantate aggrediscono i tessuti della persona che le riceve e che, nelle forme più gravi, può condurre alla morte del paziente. 

Al contrario, se la diversità e ricchezza “eubiotica” è minore, ad esempio perché ridotta in seguito a trattamenti chemioterapici o a una esposizione antibiotica protratta, la probabilità di complicanze cresce.

Abbiamo provato che la diversità del microbiota intestinale, prima del trapianto di cellule staminali, predice la sopravvivenza. Esiste una capacità di particolari batteri intestinali di modulare il sistema immunitario in senso favorevole e questo costituisce una variabile importantissima quando un sistema immunitario completamente nuovo viene trasferito nei piccoli pazienti”, ha dichiarato il professor Riccardo Masetti, della Oncoematologia Pediatrica e primo autore dello studio, che ha spiegato gli scenari futuri aperti dalla ricerca: “Oggi i risultati di questi studi aprono nuove e importantissime prospettive, come quelle relative alla modulazione della composizione batterica intestinale”. 

Presto partirà il primo studio multicentrico collaborativo pediatrico sui primi trapianti di microbiota fecale. Parliamo di un intervento che permette di trapiantare in una persona con microbiota alterato un sistema batterico proveniente da un altro individuo sano – o da se stesso, prima di essere sottoposti a certe terapie destruenti – che possa riconfigurare in senso più protettivo la composizione batterica intestinale, eliminare i microrganismi patogeni e ristabilire una composizione ‘sana’ o eubiotica. L’obiettivo è quello di creare una vera e propria squadra di batteri “buoni” pronti a proteggere i piccoli pazienti per supportarli nella riuscita del trapianto di midollo. Inoltre, sono in studio diversi interventi nutrizionali con probiotici e/o con particolari regimi alimentari.

Siamo molto soddisfatti, considerando anche che il nostro è un impegno che nasce da lontano. Sulla base delle evidenze già provate sugli adulti, nel 2015 abbiamo cominciato a caratterizzare il microbiota dei bambini sottoposti a trapianto, producendo i primi dati di letteratura su questo argomento”, ha concluso il professor Masetti. Diversi finanziamenti provenienti da bandi competitivi, sono stati assegnati negli anni alla promozione di questa attività di studio presso l’Oncoematologia Pediatrica del Policlinico e l’Associazione Genitori Ematologia Oncologia Pediatrica (AGEOP RICERCA) investe da tempo su questo filone, sostenendo l’attività dei ricercatori. 

 

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Note:

  1. Con microbiota umano (detto “flora intestinale”) si intende la totalità dei microrganismi concentrati in prevalenza nell’intestino che, in maniera fisiologica e talvolta patologica, vivono in simbiosi con l’organismo con caratteristiche di unicità per ogni individuo. 
  2. Il trapianto di microbiota è una realtà già relativamente solida e presente in Italia, coordinata dal Centro Nazionale Trapianti (CNT). Attualmente trova indicazione nel trattamento di alcune forme morbose a carico dell’apparato digerente, in particolare nelle gravi infezioni da clostridium difficile. L’esperienza di Bologna apre nuove e promettenti prospettive.

Leggi https://www.policlinicogemelli.it/news-eventi/trapianto-di-microbiota-scoperta-eccezionale/

https://gut.bmj.com/content/72/9/1642)

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