DONAZIONE DA VIVENTE: APPROFONDIMENTO SCIENTIFICO

La donazione di organi da vivente è un percorso regolato dalla legge. Attualmente, si possono donare in vita il rene e una porzione di fegato (legge 483/1999); dal 2012 (legge 167/2012) è consentito anche il trapianto parziale tra persone viventi di polmone, pancreas e intestino. Nel 2022, in Italia, sono stati eseguiti 335 trapianti di rene da vivente e 34 di fegato, con una posizione di tutto rispetto nel panorama europeo. Tuttavia, esiste ancora disomogeneità tra le regioni e anche tra i singoli centri. Capiamo meglio il percorso clinico organizzativo del trapianto da donatore vivente, con un focus particolare sul rene.

di Sergio Vesconi

La donazione di organi da parte di una persona vivente a scopo di trapianto in Italia è lecita ed è regolata dalla Legge 26 giugno 1967, n. 458. L’art. 1 della legge fa riferimento all’art. 5 del Codice Civile (Atti di disposizione del nostro corpo). In deroga dell’art. 5 del Codice Civile, che vieta la mutilazione volontaria del proprio corpo, è consentita la donazione ai familiari consanguinei o, nel caso in cui il candidato ricevente non abbia congiunti consanguinei disponibili o idonei al trapianto, ai soggetti non consanguinei, parenti e non, con l’obiettivo di escludere ogni forma di compravendita. 

In ogni caso, la donazione non deve dare luogo a compensi diretti, indiretti o a benefici di qualsiasi altra natura.

Attualmente, si possono donare in vita il rene e una porzione di fegato (legge 483/1999); dal 2012 (legge 167/2012) è consentito anche il trapianto parziale tra persone viventi di polmone, pancreas e intestino.

Nel 2022 sono stati eseguiti 335 trapianti di rene da vivente e 34 di fegato. 

Il primo trapianto di polmone da vivente in Italia è stato eseguito nel gennaio del 2023, mentre non sono ancora stati registrati interventi simili per intestino e pancreas.

Nel panorama europeo (con il dato di 5,6 trapianti da vivente nel 2021, salito a 6,2 nel 2022), l’Italia occupa un posto di rispetto, tuttavia quello che emerge è la marcata disomogeneità tra le regioni e tra i singoli centri anche nelle stesse regioni. Il trapianto da vivente è presente solamente in 13 regioni, e, tra queste, in 4 riguarda solamente il rene, peraltro con una numerosità poco significativa.

Il percorso clinico-organizzativo

Per arrivare alla donazione da vivente di un rene o di una parte del fegato (o degli altri organi) occorre percorrere un iter indubbiamente complesso e articolato, che ha come scopo quello di verificare la fattibilità della procedura e soprattutto l’idoneità del donatore sotto diversi profili, quello clinico e quello psicologico, e nel contempo accertare l’assoluta assenza di qualsiasi forma di coercizione o di remunerazione tra le parti.

La valutazione clinica mira ad accertare lo stato di piena salute e benessere del candidato donatore (solo maggiorenni), e quindi il livello di compatibilità dal punto di vista immunologico, a partire dal gruppo sanguigno, dalla compatibilità tissutale, dall’eventuale presenza di anticorpi preformati. La valutazione psicologica è mirata alla comprensione delle motivazioni profonde e del percorso emozionale alla base della scelta di donare.

Superata questa fase, il successivo passaggio prevede l’esame della coppia da parte di una Commissione, costituita da professionisti indipendenti dal centro trapianti proponente e dai curanti (detta, per questo, di “parte terza”) che ha il compito di accertare la piena consapevolezza e autonomia della scelta e di verificare l’esistenza della consanguineità o di un legame legale o affettivo tra donatore e ricevente, garantendo che la donazione rientri in un atto gratuito e solidale. Il passo finale è rappresentato dal nullaosta rilasciato dall’Autorità giudiziaria. 

Il completamento di questo percorso, in regime di esenzione da ogni forma di spesa a carico delle parti, può richiedere anche parecchi mesi.

L’idea della donazione da vivente può nascere spontaneamente da un persona vicina a un paziente destinato al trapianto o su proposta dei sanitari che lo hanno in cura, in genere nefrologi o epatologi o del medico di medicina generale.

Soprattutto nel caso del rene, questo è un passaggio molto importante, perché l’eventuale trapianto da donatore vivente potrebbe anche avvenire prima dell’ingresso in dialisi, una situazione che si è dimostrata molto favorevole per la buona riuscita della procedura.

La proposta della donazione da vivente è un passaggio molto delicato, soprattutto dal punto di vista psicologico, e deve essere gestito con grande competenza e sensibilità, per non ingenerare false speranze o guastare le relazioni interpersonali. Resta tuttavia un preciso compito dei curanti valutare questa opportunità e presentarla con le dovute cautele agli interessati.

La mancata attivazione di questo percorso è una delle cause maggiormente responsabili dell’insufficiente numero di trapianti da vivente, rene in particolare, registrato nel nostro paese.

Il trapianto di rene 

Approfondiamo l’argomento focalizzando l’attenzione sul trapianto di rene, che è di gran lunga, per evidenti ragioni, il tipo di trapianto da vivente più numeroso. Dal punto di vista normativo, tutti i centri ospedalieri autorizzati a effettuare il trapianto di rene da donatore cadavere possono svolgere questa attività.

In Italia, sono attualmente attivi 41 centri di trapianto di rene, di questi 34 hanno anche sulla carta un programma da vivente, ma nella realtà i centri attivi sono assai meno e ancora meno quelli con una attività costante e numericamente significativa: solo 4 centri hanno effettuato più di 20 trapianti/anno (Padova, Bari, Torino, Gemelli di Roma). In 5 regioni il numero dei trapianti nel 2022 varia tra 1 e 6.

Nel 2022 sono stati portati a termine 335 trapianti da vivente (su un totale di 2038 interventi, poco più del 16%), con un buon recupero rispetto al 2020, segnato pesantemente dalla pandemia da SARS-CoV2, una situazione nella quale gran parte delle risorse ospedaliere erano concentrate nel contrasto al CoViD.

L’obiettivo è quello di raggiungere percentuali comprese tra il 25 e il 30%.

Per avere ulteriori informazioni sull’argomento, abbiamo intervistato il professor Rigotti, Direttore dell’Unità Operativa Chirurgia dei Trapianti di Rene e Pancreas presso l’Azienda Ospedale – Università di Padova, il centro che vanta la casistica più numerosa ma anche importanti iniziative nel campo della ricerca clinica e sperimentale.

Leggi INTERVISTA AL PROFESSOR PAOLO RIGOTTI

Per concludere, a conferma dell’importanza che alla donazione di rene da vivente viene attribuita dalla rete trapiantologica, ricordiamo alcune recenti iniziative avviate dal CNT, con l’auspicio è che queste iniziative possano efficacemente contribuire alla crescita di questa procedura, per venire incontro al bisogno di salute di tanti malati in lista d’attesa. 

Il CNT ha realizzato un corso FAD, su piattaforma EDUISS, destinato a sanitari, prevalentemente medici e infermieri delle unità di nefrologia e dialisi, per l’aggiornamento sul tema e far opera di sensibilizzazione, per venire incontro alle esigenze manifestate dai professionisti, partendo dalla constatazione che troppo spesso la possibilità del trapianto da vivente viene prospettata in ritardo o in maniera inappropriata, o addirittura non viene menzionata.

Inoltre, sempre su iniziativa del CNT, è stato approvato un documento di Accordo Stato-Regioni che delinea le iniziative a carico delle regioni e indirizzate alle strutture sanitarie, finalizzate a potenziare il trapianto di rene da vivente attraverso la creazione di percorsi facilitati per la valutazione di idoneità, sulla falsariga dei modelli virtuosi prima ricordati.

Fig 1: andamento dei trapianti di organi in Italia 2013-2022

Fig 2: trapianto di rene (2013-22)

Fig 3: trapianto di fegato (2013-22)

Fig 4: trapianto di rene da vivente in Europa (2021) per milione popolazione

Fig 5: trapianto di rene da vivente in Italia(2013-22)

Fig 6: trapianto di rene da vivente (pmp) per Regione

Indicazioni per chi desidera approfondire il tema della donazione cross over “internazionale”:

https://www.trapianti.salute.gov.it/trapianti/dettaglioComunicatiNotizieCnt.jsp?lingua=italiano&area=cnt&menu=media&sottomenu=news&id=857

https://www.trapianti.salute.gov.it/trapianti/dettaglioComunicatiNotizieCnt.jsp?lingua=italiano&area=cnt&menu=media&sottomenu=news&id=861

Sulla donazione “samaritana” 

https://www.trapianti.salute.gov.it/imgs/C_17_cntPubblicazioni_95_allegato.pdf

Fonte dei dati

CNT (Italia)

https://www.trapianti.salute.gov.it/imgs/C_17_cntPubblicazioni_533_allegato.pdf

Global Observatory on Donation and Transplantation (GODT) internazionali

https://www.transplant-observatory.org/

 

Leggi anche ANONIMATO: NECESSITÀ DI UN PERCORSO CONTROLLATO E SECONDO PROCEDURE CODIFICATE

 

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